Star Wars: The Bad Batch, la recensione (senza spoiler) dei primi due episodi

Il 4 Maggio, nel giorno del May the Fourth Be With You, è stata pubblicata su Disney+ la prima puntata di Star Wars: The Bad Batch, intitolata Aftermath. La serie ha il compito di ricollegarsi direttamente ai fatti accaduti alla fine di The Clone Wars (che potete trovare sempre su Disney+, e di cui The Bad Batch può essere considerata uno spin-off) e di Episodio III – La vendetta dei Sith, ma raccontando i fatti da un nuovo e originale punto di vista: quello del gruppo di cloni geneticamente alterati, la Bad Batch, conosciuti nei primi episodi della settima stagione di The Clone Wars.

Il primo aspetto subito evidente, e decisamente positivo, riguarda il comparto animazione, che riprende perfettamente lo stile di The Clone Wars.

Aftermath inizia subito con un livello altissimo di azione: infatti l’Imperatore ha da poco dato il terribile Ordine 66 e lo spettatore si trova subito catapultato nel clima di confusione e smarrimento che questo provoca nei membri della Bad Batch, rimasti più o meno immuni a tale Ordine proprio perché modificati geneticamente. Hunter, Wrecker, Tech, Echo e Crosshair si trovano così costretti non solo a subire le conseguenze di tale Ordine ma anche ad assistere quasi impotenti all’ascesa dell’Imperatore e del suo Impero Galattico.

Il primo episodio ha il merito di introdurre i membri della Bad Batch all’interno degli eventi narrati dai film della saga, eventi che rappresentano un po’ lo scheletro su cui regge tutto il mondo di Star Wars, il che ci permette non solo di assistere a tali eventi con un’ottica diversa ma soprattutto di conoscere in maniera più approfondita e dettagliata questo team di cloni, esplorandone le capacità e i rapporti interni.

Conosciamo ognuno dei membri grazie anche all’apporto di un nuovo personaggio, la piccola Omega, una ragazzina che assiste il personale del centro di clonazione nel pianeta di Kamino e che sicuramente sarà una dei protagonisti principali della serie.

L’episodio scorre bene tra azione, nuovi incontri, vecchie conoscenze (che collegano The Bad Batch anche a Rebels, altra serie animata di successo) ed eventi politici che effettivamente mancavano un po’ dalle ultime produzioni di Star Wars e che hanno sempre contribuito ad arricchire e a rendere più realistica la trama.

Il 7 Maggio è arrivata online, sempre su Disney+, la seconda puntata: Tagliare la corda. Un episodio dai ritmi placidi rispetto al precedente e di transizione verso quelli che saranno gli eventi delle prossime puntate.

Nell’episodio abbiamo modo di approfondire il rapporto che si instaura tra Omega e gli altri membri della Bad Batch, in particolare con Hunter. Proprio questo rapporto ricorda vagamente quello tra Drogu (Baby Yoda) e Mando, visto in The Mandalorian.

Il punto di forza di questo episodio è il fatto che la storia sembra distaccarsi dagli eventi centrali della saga per viaggiare lungo percorsi narrativi paralleli, in cerca di una propria identità. Non mancano comunque degli intriganti riferimenti al nascente Impero Galattico: è interessante infatti seguire le vicende dei protagonisti mentre sullo sfondo si avverte il clima del passaggio graduale da Repubblica a Impero.

In conclusione, Star Wars: The Bad Batch sembra assolutamente mantenere alto il livello degli ultimi progetti targati Disney+ su questa saga che ha fatto appassionare intere generazioni e Dave Filoni è ormai destinato ad essere considerato l’erede ideale di George Lucas.

Non ci resta che attendere il terzo episodio in uscita Venerdì 14 Maggio.

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