I Måneskin fanno vincere l’Italia all’Eurovision Song Contest dopo 31 anni

Erano 31 anni che l’Italia non vinceva l’Eurovision Song Contest, l’ultimo a riuscirci era stato Toto Cutugno nel 1990 a Zagabria (allora Jugoslavia) e prima ancora Gigliola Cinquetti nel 1964. I Måneskin con il brano rock “Zitti e buoni” sono riusciti nell’impresa di riportare il trofeo su suolo italiano.

La performance vulcanica, semplice nella prima parte e poi un tripudio di fuochi e coreografie intense nella seconda parte, ha conquistato più il televoto (318 punti, 1° posto) che le giurie di qualità (206 punti, 4° posto). La somma complessiva, a 524 punti, ci ha permesso comunque di ottenere il trofeo.

Questo grazie a un netto appoggio dei Paesi dell’Est Europa, solitamente meno favorevoli a noi e che questa volta sono stati invece determinanti (basti pensa ai 24 punti dell’Ucraina, che in passato ci ha regalato una media di 1 solo punto). Meno bene tra le giurie occidentali, e in particolare va segnalato che le giurie di Malta non hanno dato punti (strategicamente) quando persino ad Emma, 21esima nel 2014, regalarono 8 punti.

Vittoria dei Måneskin che è stata in parte guastata da un presunto utilizzo di droghe durante le votazioni per colpa di un’inquadratura che ha fatto immaginare troppe cose ai detrattori. Niente di più falso, ma un’accusa infamante (smentita dai diretti interessati in conferenza stampa e sui social, infine dall’EBU stessa) che è stata portata avanti particolarmente dai media francesi, scottati dal 2° posto della loro Barbara Pravi (con il brano “Voilà”). Forse quella finale dei Mondiali di calcio 2006 fa ancora male.

Nel corso della serata, tanti gli endorsement di personaggi pubblici dello spettacolo, italiani e stranieri. E dopo la vittoria, da segnalare le congratulazioni della politica, tra cui quello della Presidenza del Consiglio, quindi Mario Draghi, e dell’ex premiere Giuseppe Conte.

Ora inizia la fase più difficile per la Rai, chiamata ad ospitare l’Eurovision Song Contest 2022: far dimenticare l’orrore del 1991 a Roma, bilanciare i costi che saranno comunque importanti, scegliere la migliore città ospitante e i migliori conduttori che sappiano condurre interamente in lingua inglese la serata. Alessandro Cattelan, entrato in Rai e dello stesso management dei Måneskin (dietro c’è Marta Donà), pare la scelta predestinata. Ma ci sono anche altre interessanti figure come Raffaella Carrà, Milly Carlucci, Victoria Cabello (ferma da anni), che potrebbero saltare fuori.

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1 commento

  1. -Una bella finale ….
    -Una edizione con brani molto interessanti e competitivi
    -Un gruppo italiano gggiovane e scoppiettante…
    – Una coppia di conduttori italiana simpatica , professionale e poco invasiva durante il live da Rotterdam
    – Il rosicamento dei francesi ( con fake sul web annesse e connesse) , che si vedono superati dagli esuberanti italiani…
    – Grande Slam della musica per i Maneskin tra Sanremo ed Esc …
    Una serata piena di emozioni e uno show ben costruito ….per un evento che ricorderemo pr un bel po’ …

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