Generazione 56K, la recensione in anteprima della serie Netflix online dal 1° luglio

Da giovedì 1° luglio Netflix mostra ai suoi abbonati una nuova serie originale italiana, Generazione 56K, una commedia leggera e romantica sui ragazzi nati negli Anni 90 e poi cresciuti in un’epoca di trasformazioni tecnologiche. Il titolo gioca sulle prime connessioni Internet e il modem della connessione a 56k con il suo tipico suono rimasto oltre che nella storia anche nella mente di tutti. Noi l’abbiamo vista in anteprima e vi presentiamo la recensione.

Il primo spunto per parlare di questa transizione tecnologica e riderci un po’ sopra è l’utilizzo di app per incontri. Con una domanda fondamentale che è impossibile non sia mai passata per la testa del pubblico che guarderà la serie: “Davvero ai nostri figli racconteremo che ci siamo incontrati con una app?”.

Sì, e non solo quello. Anche come ci si svincola da un appuntamento, le migliori scuse per non fare sesso, come un amico (o perché no, un’altra app) può tirarti fuori da una situazione imbarazzante. Daniel (interpretato da Angelo Spagnoleti), nato a Procida e residente a Napoli, è da tempo che prova a cercare l’anima gemella senza fortuna. I suoi amici di sempre (tra cui troviamo Gianluca Fru e Fabio Balsamo dei The Jackal) hanno iniziato a perdere le speranze.

Riaffiora così il diario dei ricordi, di Daniel e i suoi giovani amici che un tempo si divertivano a immaginare o concretizzare le prime esperienze nella piccolissima isola di Procida. Il bacio con le bambole allo specchio, le prime cassette porno dal contenuto proibito. Il primo flashback è ben congegnato, furbo dal punto di vista scenico (Daniel adulto usa lo specchio interno di un armadio che poi chiude; quando l’anta viene aperta di nuovo allo specchio c’è invece Daniel piccolo). Gli altri salti indietro nel tempo sono montati con più casualità, e anche fluidità, ma in alcuni casi con meno rilevanza sul contesto e una peggiore integrità nello storytelling.

Il colpo di scena arriva ovviamente sul finale del primo episodio. Se non volete leggerlo, anche se risulta importante nella comprensione dei meccanismi della serie, saltate la sezione in arrivo e procedete con la lettura dopo le foto.

Nel corso dell’ennesimo sperato incontro con un’anima gemella, Daniel fa la conoscenza di una nuova ragazza, Magda, con cui si trova molto bene. La serata scorre fin quando lei decide di ritornare a casa. Daniel poco tempo più tardi riceverà un messaggio da Magda, che si scusa per non essersi presentata all’appuntamento. Daniel, dunque, non è uscito con Magda ma con un’altra ragazza. Una ragazza che le sembrava familiare, di aver già conosciuto in passato. Daniel deve capirne di più.

Nel secondo episodio assistiamo a un cambio del punto di vista principale. Al centro c’è la famosa Magda che Magda non è. Il suo vero nome è Matilda (interpretata da Cristina Cappelli) e aveva conosciuto Daniel quando era alle scuole medie. Al tempo Daniel gli piaceva (e forse gli piace tuttora), ma in questo momento è impegnata con un altro uomo che sta pure per sposare. Che sia davvero la scelta giusta?

Foto di: ufficio stampa Netflix

Appunti veloci e sparsi

Il modem 56k c’è, il computer d’epoca anche e ovviamente i floppy disk. Il paradosso è che Daniel adulto è un programmatore di applicazioni ma è il primo a rimanerne un po’ vittima.

L’idea dello spogliarellista con la pancetta sarà pur venuta in mente per fini comici, invece è una presenza molto più naturale dell’ennesimo uomo palestrato a uso e consumo per immagine. Certo, le feste private in casa a vederle oggi in epoca Covid sembrano esagerate.

5 minuti di crediti finali su episodi brevi da 30 minuti o meno forse sono un po’ troppi e sanno tanto di metodo per riempire il minutaggio altrimenti davvero flash. Ma, ehi, i maratoneti apprezzeranno.

Enea, il poveretto fidanzato di Matilda, nei primi episodi lo vediamo quasi sempre sotto le lenzuola (inattivo) o di notte o al mattino presto. Un’interpretazione comoda, onirica e marzulliana.

La scena alla fermata dell’autobus (che non passa nei festivi), sotto la pioggia e il freddo, è un po’ gratuita e banale. Con il telefono si poteva chiamare un taxi. Molto profonda invece la storia del rapporto tra Matilda e suo padre. I flashback destano più interesse delle vicende del presente: sarà il fascino dell’antico e degli Anni 90, con degli ambienti ricostruiti divinamente.

Si può dire che c’è un momento simile a “Signoraaaaa(e*), i limoooniii!”. Ottimo il casting, sorprendente quello dei ragazzi, davvero bravi nelle loro parti.

Giudizio

Generazione 56k è una commedia leggera e romantica, ma con molti spunti di riflessione sui rapporti sentimentali, il matrimonio e il tradimento. Non vi prendo in giro se vi dico che guardare un episodio di Generazione 56k è come stare a Temptation Island, versione comedy.

Insomma, c’è l’isola… sì, di Procida, c’è la coppia che si mette (involontariamente?) alla prova, c’è il tentatore (e pure una tentatrice). L’amore friccicarello. Un adattamento seriale con un pizzico di divertimento e approfondimento in più. 8 episodi gradevoli, con un formato che in Tv non funzionerebbe ma che su una piattaforma come Netflix è l’ideale.

Non vi aspettate grandi cose, ma nemmeno delusioni, e passerete serate piacevoli (meglio se single o soli alla visione, sia mai che la storia di Daniel e Matilda faccia venire un po’ di veri dubbi alla persona con cui state insieme…).

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