DAZN stecca la prima di Serie A 2021-2022: i malumori in un’Italia ancora poco tecnologica

La prima giornata di campionato 2021-2022 di Serie A dell’era esclusiva streaming non parte nel migliore dei modi per Dazn. Dopo le prime avvisaglie di sabato 21 agosto durante Inter-Genoa, con alcuni malfunzionamenti tecnici per sovraccarico della rete globale (risolti rapidamente nei primi tre minuti di partita, afferma la società), anche la visione dei match di domenica 22 agosto si è dimostrata difficoltosa, in particolare con Udinese-Juventus.

A lamentarsene sono gli abbonati, che si sono sfogati sui social lanciando diversi hashtag contro Dazn. Non solo per l’impossibilità di alcuni di vederla, rimanendo bloccati di fronte a una rotellina che gira a vuoto sullo schermo. Altri utenti hanno infatti sperimentato una pessima qualità video con squadrettamenti delle immagini.

In difesa di Dazn va detto, purtroppo, che fuori dalle grandi città italiane, anche solo facendo un salto in realtà comunali che contano tra i 50.000 e i 100.000 abitanti, la qualità della rete internet non è delle migliori e si degrada velocemente uscendo fuori dai centri, andando verso le periferie o spostandosi verso sud.

L’utente medio della provincia, nei casi in cui ha accesso alla fibra ottica, spesso vi rinuncia per questione di costi, abitudini o adeguamenti tecnici. Preferisce, magari, risparmiare oppure rispettare i termini contrattuali di una vecchia linea ADSL o mista a fibra che è scadente o, peggio, satura.

In un’Italia che deve ancora connettersi bene in molti territori, non sempre è colpa di Dazn quanto del provider internet. Risulta però più facile puntare il dito contro il servizio che sta in cima alla piramide dei problemi evitando di scavare fino alla radice.

Da parte sua, Dazn avrebbe potuto garantire la stessa offerta completa sfruttando delle alternative, sulle frequenze del satellite (non per forza di Sky) e sul digitale terrestre. Ha deciso di porvi “una pezza” solo parzialmente, attraverso un singolo canale ricevibile con un’antenna comune. Una soluzione limitata e limitante.

Non basta nemmeno l’accordo strategico con TimVision a garanzia di un miglior servizio (che, leggendo la testimonianza di alcuni abbonati, sembra esserci stato se paragonato alla fruizione dal sito DAZN). Lo spot con un incazzoso Lino Banfi si è rivelato un boomerang. “Non si vede, non si vede niente! Ma perché?! Pooorcaaa puttteeena!”, recita lo spot, mentre Banfi quasi vuol distruggere la parabola satellitare. Forse farebbe meglio a smanettare con il router.

Per realizzare il piano del governo Draghi grazie ai 6,3 miliardi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, anche detto Recovery plan) dedicati alla banda internet ultra veloce ci vorranno anni. Ottimisticamente entro il 2026, alla peggio nel 2030. Buona fortuna a tutti.

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