Alessandro Cattelan a Da Grande: “La Rai non mi ha chiamato per emergenza di ascolti, Sanremo non rende grandi”

Si avvicina il momento del debutto di Alessandro Cattelan su Rai1 con il suo Da Grande, show in due serate evento previste la domenica sera – 19 e 26 settembre – che saranno ricche di ospiti dello spettacolo con balli, canti, performance, monologhi e interviste sul tema dell’essere adulti nel 2021.

Il conduttore di origini piemontesi, in un’intervista al settimanale Telesette in edicola questa settimana, ha affrontato vari temi. A partire dal titolo del programma, secondo Cattelan una risposta ironica a chi gli ripete “cosa farà da grande?” nonostante abbia già 41 anni. Per lui in Tv si diventa grandi quando si realizzano gli show tanto desiderati e non presentando il Festival di Sanremo, “altrimenti sarebbero diventate grandi 50 persone in 71 anni” dichiara.

Il confronto con il pubblico di Rai1

Trovano conferma le indiscrezioni che volevano Cattelan corteggiato dalla Rai per molto tempo, decisione coincisa alla fine con una voglia di cambiamento per allontanarsi da format già impostati. “Ora voglio realizzare i programmi che scrivo io” – dice – e infatti ecco Da Grande su Rai1 e poi, per Netflix, Una semplice domanda, show incentrato sul significato della felicità. Cattelan è convinto che un conduttore “non deve cambiare identità in base al pubblico che lo guarda o alla rete in cui va a condurre”.

Ascolti Tv, critiche e aspettative

Le due serate domenicali di Da Grande saranno anche un vero e proprio test sul fronte degli ascolti sulla Tv generalista. Cattelan teme il responso Auditel del giorno dopo? La risposta è affermativa e la paura è rappresentata da quella parte di stampa e critica che giudica usando solo il metro dell’Auditel: “le opinioni su un programma andrebbero scritte prima di andare a dormire, non ad ascolti pubblicati. La Rai non mi ha chiamato perché è in emergenza di ascolti insiste il conduttore.

Un messaggio chiaro, che prende di mira gli articoli di opinione che vengono scritti sulla resa di uno show televisivo, spesso tarati sugli ascolti del giorno dopo. Secondo Alessandro Cattelan il giudizio, sia esso positivo o negativo, andrebbe scritto al termine dell’emissione e non a distanza di ore.

Cattelan e l’Eurovision 2022

Negli ultimi giorni è infine aumentata la pressione sul suo nome per la possibile conduzione dell’Eurovision Song Contest 2022 che quest’anno si terrà in Italia e verrà organizzato dalla Rai. Tante le voci di corridoio che lo eleggono già tra i conduttori. A domanda precisa, segue una prima indecisione sulla risposta, poi un sorriso e una dichiarazione:

Ad oggi non ne so nulla. Se mi piacerebbe farlo? È tra gli eventi più visti in Tv al mondo e ho sempre immaginato di confrontarmi con uno show internazionale.

La risposta è dunque un sì all’eventuale proposta della Rai – ancora non arrivata ufficialmente, se bisogna credere a quanto dichiarato – e Cattelan sarebbe pronto a mostrare quello che sa fare anche su un palcoscenico importante come quello dell’Eurovision.

Ricordiamo che l’Eurovision Song Contest non deve per forza prevedere una conduzione a quattro: le edizioni svedesi del 2013 e del 2016 in tal senso insegnano molto. Nel primo caso condotto in solitaria da Petra Mede (raggiunta in finale, solo per la parte della “green room”, dal cantante Eric Saade); nel secondo caso condotto in coppia da Petra Mede e Måns Zelmerlöw, quest’ultimo vincitore dell’ESC l’anno prima con il brano “Heroes”.

L’intervista integrale ad Alessandro Cattelan in occasione della partenza di Da Grande su Rai1 è in edicola sull’ultimo numero del settimanale Telesette.

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