Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito. In prima serata su Rai1 ha debuttato Alessandro Cattelan, 41 anni ed esperienza ventennale nel settore, con il suo varietà Da Grande. Programma ricco di idee, alcune buone altre meno, che tenta di portare una narrativa diversa dal classico show generalista.
Il giorno dopo gli ascolti dei dati Auditel lo bocciano: 2,4 milioni di spettatori e il 12,7% di share. Serata affollata, c’era la lunga finale dell’europeo di volley maschile con l’Italia vincente e una Rai3 che fa il triplo della media di rete. Qualcosa, in ogni caso, non ha funzionato nella struttura di Da Grande.
La novità non è passata inosservata, anzi, ha acceso un grande dibattito social sia durante che al termine della trasmissione. La principale accusa è avere assecondato Cattelan con una prima serata sulla principale rete degli italiani, con budget presumibilmente alto, senza gavetta interna alla Rai e senza essersi fatto conoscere abbastanza da un pubblico diverso da quello della pay tv di Sky.
Il problema è che in Tv (non solo in Rai) il quiz del preserale anche se estivo non lo affidi a un giovane, che il contenitore pop non lo affidi a un giovane, che il talk di seconda serata non lo affidi a un giovane, che la mattina è per abitudinari, che la notte è per Fuori Orario, che la tv dei ragazzi si fa su RaiGulp, che altri spazi sono rarissime oasi nel deserto. Manca il terreno di prova sulla generalista.
Qualunque programma avesse scelto Cattelan, in qualunque fascia fosse stato posizionato, nessuno lo avrebbe salvato dalla colpa di essere un pesce fuor d’acqua nel mondo generalista. Perché sembra “fighetto”. Perché sembra un ragazzetto. Perché giovane. Giovane. Cattelan non ha 20 anni, ma il doppio. È pure sposato con due figlie. Da qui si comprende come la società italiana abbia una visione distorta di ciò che è giovane e vecchio con poche sfumature di mezzo.
Il fatto più grave è che il sistema intero della Tv italiana – dagli addetti, ai giornalisti, dalla casalinga di Voghera al nerd, dall’alto al basso – chiude gli occhi di fronte alla carenza di nuove leve dietro le quinte e di fronte le telecamere. I direttori di rete si lamentano sempre che mancano gli autori televisivi e non fanno nulla per cercare di promuovere idee nuove, preferendo format collaudati e le solite case di produzione. Il pubblico si lamenta sempre che in Tv vede gli stessi volti e gli stessi format, ma poi non concede molte possibilità quando si propongono conduzioni diverse e programmi originali.
I conduttori più conosciuti hanno tra i 55 e i 65 anni. Carlo Conti (60), Maria De Filippi (59), Paolo Bonolis (60), Antonella Clerici (57), Fabio Fazio (56), Amadeus (59), Gerry Scotti (65), Barbara D’Urso (64), Simona Ventura (56), Enrico Papi (56), Flavio Insinna (56), Marco Liorni (56), Massimo Giletti (59), Milly Carlucci (66). E c’è anche chi ha 70 anni o più: Mara Venier (70), Bruno Vespa (77), Giancarlo Magalli (74), Maurizio Costanzo (83). Per citarne alcuni.
Un lavoratore comune a 70 anni è già in pensione da un po’ di tempo. Fra un decennio, come si può pretendere da una Clerici o De Filippi settantenne di tenere ritmi di conduzione e preparazione come quelli di un daytime o uno show di prima serata? Non ci vuole solo coraggio, ma anche un gran fisico.
Se non si trovano decine di altri Cattelan – e ci sono – dando loro programmi per farsi conoscere al pubblico e consapevoli dell’alto rischio flop, la Tv italiana o morirà oppure subirà un cambiamento che definire drastico è un eufemismo. Se gli stessi conduttori blasonati si prodigassero a far crescere nuove leve, la Tv sarebbe piena di eredi.
In futuro i leoni da tastiera dovranno mettere da parte l’invidia e accettare la conduzione giornaliera di professionisti come Alessandro Cattelan (41 anni), Caterina Balivo (41), Serena Rossi (36), Ilary Blasi (40), Alessia Marcuzzi (48), Michelle Hunziker (44), Federico Russo (40), Massimiliano Ossini (42), Alvin (43), Costantino Della Gherardesca (44), Flavio Montrucchio (46), Filippo Bisciglia (44), Francesca Fialdini (41), Federico Ruffo (42), Benedetta Rinaldi (40), Bianca Guaccero (40), Stefano De Martino (31), Andrea Delogu (39), Marco Carrara (29), Fabio Rovazzi (27), Ludovico Tersigni (26).
Fra 10 o 15 anni potrebbero essere loro i principali conduttori della Tv, senza considerare tanti altri volti under 40 come una possibile Chiara Ferragni (34). Forse sarebbe meglio iniziare già da ora a intensificarne la presenza nei palinsesti se si vuol vedere viva la Tv italiana. Possibilmente trovando un equilibrio con l’identità di una rete e cercando di conquistare una soglia minima d’ascolto.