Ulisse di Alberto Angela e gli ascolti Tv: su Rai1 manca la continuità di Rai3

È uno dei fiori all’occhiello del servizio pubblico da 22 anni a questa parte: Ulisse – Il piacere della scoperta con Alberto Angela è abituato a divulgare forte (cit.) con puntate ogni volta dedicate a un tema in particolare che può riguardare un evento storico, l’arte, l’ambiente, la storia e la preistoria.

La nuova edizione su Rai1 è tornata nello slot del sabato sera con un’indagine sul Titanic, ristabilendo la tradizione che si era persa nel 2020, quando la rete ammiraglia optò per il mercoledì, e recuperando il periodo pre-2018 quando su Rai3 da sempre Ulisse – Il piacere della scoperta occupava la prima serata del sabato con i suoi inediti.

Gli ascolti però non hanno registrato lo stesso ritorno al passato, a quel settembre 2018 con i 4 milioni di spettatori e il 21% di share al primo storico passaggio di rete, da Rai3 a Rai1. L’ammiraglia Rai il 9 aprile 2022 si è fermata ben più in basso, quasi dimezzando: 2,6 milioni e il 13,2%. Un altro buco nell’acqua in uno slot che in palinsesto appare maledetto da troppo tempo, tranne per alcune felici eccezioni come Ballando con le stelle.

La formula di quella che potremmo chiamare “eventizzazione”, che la Crusca mi perdoni, ha funzionato solo il primo anno (2018) e in parte il secondo. Parlo della volontà editoriale di centellinare la presenza di Ulisse su Rai1 con poche puntate a stagione.

Che vista con gli occhi di chi è al comando appare come la soluzione più giusta, perché non si può avere una mezza stagione Tv composta da repliche con ascolti potenzialmente più bassi, per giunta su Rai1. Ma il punto di vista cambia se guardiamo Ulisse dalla parte del pubblico, che negli anni ha perso quella famosa abitudinarietà garantita invece da Rai3.

Il motivo per cui il sabato sera di Canale5 funziona è Maria De Filippi. Sai di trovarla lì quasi tutto l’anno, da settembre a maggio. Prima con Tu si que vales, poi con C’è Posta per Te, infine con Amici. Un ciclo che per alcuni può essere noioso, ripetitivo, da morte della creatività, che però per altri risulta consolatorio e appagante.

Questa stessa formula da “carta fedeltà” Rai3 l’aveva proprio trovata con Ulisse – Il piacere della scoperta. Prendendo come esempio il 2017, Alberto Angela copriva 20 appuntamenti al sabato di cui 12 inediti. Un meccanismo che Rai1 non ripete, anche a causa di quella che chiamo la “sindrome del varietà perduto”, che vuole la Tv di Stato alla costante ricerca di show che funzionino al sabato per recuperare lo scettro. E, magari, un giorno riuscirà nell’impresa.

Intanto così com’è Ulisse rischia di andare in sofferenza estrema e non vale la pena sacrificare un format simile con il solo obiettivo di restituire un ascolto dignitoso al prime time del sabato. A meno che non si creda molto nel genere documentario tanto da creare una serialità e restituire al pubblico in ciclo continuo Meraviglie – La penisola dei tesori, poi Stanotte a… ed infine Ulisse. A prescindere da quelli che saranno gli ascolti nel primo periodo. L’abitudine, infatti, si conquista nel tempo.

L’alternanza di mille programmi e generi, contro un colosso che fa della fedeltà il suo punto forte, non potrà mai funzionare. Va scelto un linguaggio, una linea, e questa linea va portata avanti in continuità senza troppi salti. Sempre se lo si vuole veramente.

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