Dal 23 aprile in esclusiva gratuita su ITsART, la piattaforma streaming con il meglio dell’arte e della cultura italiana, c’è Il viaggio di Ulisse, il documentario su Guido Strazza (1922).
Con i suoi quasi cento anni, è un esempio unico di artista che ha attraversato la storia dell’arte del Novecento a partire dal futurismo per arrivare ad interpretare i nostri giorni, con un’intensa attività espositiva: oltre che nelle più importanti rassegne internazionali di grafica, tra le altre è stato più volte presente alla Biennale di Venezia (1942, 1964, 1968, 1984), e alla Quadriennale di Roma (1959, 1965, 1973, 1986).
Il suo Archivio Fotografico restituisce un racconto originale della sua vita, dei suoi viaggi e delle sue opere, fra le più importanti dell’arte contemporanea italiana. Un’arte che Strazza definisce come: “la misura di ciò che non si può misurare, della non misura, sempre aleatoria, sempre cangiante”.
Ideato e diretto da Stefano Ribaldi, con le voci di Guglielmo Poggi e Paola Rinaldi, Il viaggio di Ulisse è un’opera completa su Guido Strazza, artefice non solo di una florida e copiosa produzione artistica, ma che ha lasciato alla cultura italiana e internazionale una vera e propria eredità, un sismografo visivo dell’uomo moderno e del suo vivere.
Nel documentario, realizzato su impulso del Direttore dell’ICCD, Carlo Birrozzi, a partire dal materiale fotografico della mostra Il segno e la luce. Guido Strazza attraverso le immagini del suo archivio, curata da Luisa De Marinis e Simona Turco (ICCD, Roma, 2020-2021), la poetica e la grammatica artistica di Strazza si mostrano: la sua è un’arte unica, umana e magica perché il suo linguaggio si basa su segni universali, lontano da qualsiasi vezzo manieristico.
Chi è Guido Strazza
Guido Strazza, pittore e incisore nato negli anni Venti, si è formato con alcuni autorevoli esponenti delle avanguardie italiane, ha vissuto e condiviso esperienze salienti con gli artisti che hanno segnato la cultura del secondo Novecento, italiana e internazionale.
Dagli esordi con Filippo Tommaso Marinetti negli anni 40 e l’avvicinamento all’aeropittura, che lo portano nel 1942 alla sua prima esposizione alla Biennale di Venezia nel padiglione del Futurismo curato da Marinetti, alla laurea in Ingegneria, al suo periodo in America Latina, dove si avvicina all’acquaforte frequentando l’atelier di Faiga Ostrower ed espone alla Biennale di San Paolo nel 1951, fino al ritorno in Italia nel 1954. P
rima a Venezia, dove si avvicina al gruppo della Galleria del Cavallino, tra cui Tancredi, Vedova, Bacci, e con le sue opere entra a far parte della collezione di Peggy Guggenheim, poi a Milano, nel 1956, dove incontra Capogrossi e Fontana, lavora ai cicli delle Metamorfosi delle forme ed espone alla Galleria del Naviglio e, due anni dopo, alla Galleria dell’Ariete. Nel 1955 esegue la decorazione dell’atrio del Palazzo dei Fiori e del Palazzo Le Ginestre di Sanremo e inizia a collaborare alla rivista “Arti Visive” su invito di Ettore Colla ed Emilio Villa.
Continua il suo percorso di crescita esponendo in prestigiosi complessi museali: nel 1961 una personale allo Stedelijk Museum di Amsterdam, a diverse edizioni della Quadriennale di Roma, con l’approdo della sua costante ricerca su segno-luce, segno-colore. Trasferitosi proprio nella Capitale nel 1964, frequenta la Calcografia Nazionale diretta da Maurizio Calvesi grazie alla quale comincia ad esplorare il linguaggio calcografico e il rapporto tra segno e colore. Nel 1968 la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale; vi tornerà anche nel 1984.
È stato titolare della cattedra d’Incisione all’Accademia dell’Aquila e dal 1976 all’Accademia di Belle Arti di Roma di cui è divenuto direttore (1985-88). Nel 1988 riceve il premio A. Feltrinelli dall’Accademia Nazionale dei Lincei e nel 2003 riceve il Premio per l’Incisione sempre dall‘Accademia dei Lincei. Nel 1989 collabora con Maria Lai e Costantino Nivola al progetto per Ulassai, realizzando La Fontana del Grano e la pavimentazione della Piazza del Lavatoio.
Nel 1990 la Calcografia Nazionale gli dedica la mostra antologica Strazza. Nel 2017 anche la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma gli dedica una grande mostra antologica. Nel 1999 si tiene l’antologica Strazza Opere 1941-1999 nel Palazzo Sarcinelli a Conegliano Veneto. Nel 2001 partecipa alla mostra Novecento alle Scuderie Papali del Quirinale. Nel 2005 si tiene la sua mostra personale Riconoscere i Segni, nella Basilica Palladiana a Vicenza. Dal 2011 al 2012 è Presidente dell’Accademia Nazionale di San Luca.
Nel 2020/2021 viene allestita presso l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione – ICCD la mostra Il segno e la Luce. Guido Strazza attraverso le immagini del suo archivio, a cura di Luisa De Marinis e Simona Turco, da cui prende avvio l’idea alla base del documentario Il viaggio di Ulisse. Attualmente, vive a Roma.